Le vie di Cristo

 

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Le vie di Cristo  nella coscienza umana  e del mondo.

Indice di tutte le parti.

Nella prima parte: (I) capitoli sui passi dei vangeli.

Questa è la seconda parte: I passi della rivelazione di Giovanni.

Per aprire i capitoli della parte inferiore dell'indice è necessario attendere che la pagina web sia completamente aperta.
26. La rivelazione di Giovanni (apocalisse)
27. Come comportarsi con le profezie
28. Sul contenuto dell’apocalisse di Giovanni: "Le sette chiese" (con pagina extra sulle chiese contemporanee)
29. I sette sigilli
30. Le sette trombe
31. I "sette tuoni" e i due profeti
32. La donna e il drago
33. Il mostro dalle sette teste che sale dal mare
34. La bestia che sale dalla terra
35. Gli "ultimi sette flagelli" e la caduta di Babilonia; il ritorno di Cristo
36. Il (vero) "regno dei mille anni"
37. Il "nuovo cielo, la nuova terra e la nuova Gerusalemme"

38. Capitolo conclusivo: la cristianità
39. Tavola: un atteggiamento cristiano – "Nel mondo, ma non ‘fuori dal mondo’, una "terza via"

Terza parte: 11 capitoli su temi diversi e sui quesiti della vita – cliccare qui

Parte 4: il Vecchio Testamento, contributi al dialogo con le altre religioni

indicazioni su altre redazioni e diritti
e-mail.

 

Indicazione metodologica.

I seguenti 37 capitoli seguono i passi dei vangeli e della rivelazione di Giovanni. Si consiglia di consultarli nella stessa sequenza, con l’aiuto tra le altre cose, del vangelo secondo Giovanni e della rivelazione..
Chi oltre alla lettura fosse interessato ad un metodo completo dell’elaborazione del testo – che comprende livelli trascurati dell’anima -, può leggere, dopo lo studio di un capitolo che contiene osservazioni concentrate, il capitolo corrispondente per esempio del Vangelo secondo Giovanni e meditare su di esso.

Ulteriori dettagli sulla prassi della meditazione.

 

La rivelazione di Giovanni.

Nel vangelo secondo Giovanni si intuisce, dopo una riflessione più intensa e meditata, che il punto chiave della retrospettiva meditata degli evangelisti si basa su ciò che Giovanni stesso ha avuto modo di apprendere durante la sua vita.

Nel caso invece della rivelazione di Giovanni (apocalisse) è chiaro che essa si basa su delle visioni. Qui non si tratta di pensieri progressivi su ciò che si è appreso e che agiscono poi sul futuro. Il tipo di queste visioni mostra anche – premesso che si tratti di esperienze in lotta per mantenere la capacità di separarsi dalle immagini interiori proprie – che esse derivano da una sfera superiore rispetto a quella in cui le aspettative interiori possono diventare dei prodotti dell’immaginazione. Non vi si può riconoscere una mescolanza con il vissuto personale. La fonte di queste immagini viene anche dichiarata esplicitamente, anche se nel caso di questo tipo di esperienze, questa, da sola, non rappresenterebbe una garanzia: „Questa è la rivelazione di Gesù Cristo che Dio ha mandato per mostrare ai suoi servi le cose che devono succedere ben presto; e le ha attestate e mandate attraverso il suo servo Giovanni…".

La teologia evangelica moderna nella maggior parte dei casi non si interessa particolarmente a questo testo apocalittico. Con i suoi metodi esteriori non ha potuto, o ha potuto solo in parte, decifrarlo, visto che non può ricavare il "metodo" della sua struttura e del simbolismo ad esso congiunto attraverso la propria esperienza. Nella chiesa cattolica esistono alcune concezioni sull’apocalisse, ma le persone di ambiente cattolico non le leggono quasi; sono troppo lontane dal modo in cui gli esseri umani e le chiese odierne si sentono già soddisfatte di sé. Invece le chiese libere e le sette si rifanno direttamente all’apocalisse*. Leggono la visione profetica razionalmente, e quindi usano di nuovo un metodo non adatto, e vi vedono spesso un unico periodo di catastrofi esterne. Si sentono poi degli eletti, o almeno, tra gli eletti, quelli che lo sono in modo più diretto. La parola *apocalisse deriva dal Greco e significa portare alla luce, rivelare, e non catastrofe.

Nel capitolo sull’evento della pentecoste si sono già fatti notare i passaggi tra la funzione individuale di Gesù nella sua cerchia e gli sviluppi in grande.

Se dopo aver lavorato sui vangeli ci si avvicina anche alla rivelazione (apocalisse) di Giovanni in modo completo, così come indicato nell’ "Introduzione…", si scopre qualcosa di inaspettato, qualcosa che sotto questo particolare punto di vista non si trova nella letteratura:

La rivelazione mostra un tipo di sequenza che è legata a quella della vita di Cristo. In ogni caso è chiaro che si riferisce agli sviluppi dell’umanità, della terra e del cosmo; anche una rielaborazione, per quanto interiore o mistica che sia, conferma soltanto che non si tratta semplicemente di immagini atte ad aiutare lo sviluppo o l’iniziazione dei singoli individui, anche se poi in effetti, a causa dei già citati parallelismi con i vangeli, queste immagini possono aiutare alcune persone anche in modo individuale. Il livello proprio dell’apocalisse interessa essenzialmente la coscienza e rende più ampi gli avvenimenti originari accaduti nella sfera di Gesù duemila anni fa con uno sviluppo dell’umanità e della terra all’interno del cosmo, anch’esso sviluppatosi attraverso passi originari. In questo modo vi è compreso anche l’aspetto universale di Cristo di fronte alla sua attività come figlio dell’uomo durante la svolta dei tempi. Sotto questo punto di vista sarebbe possibile trarre alcune conclusioni su ciò che accadde circa 2000 anni fa.

La rivelazione possiede però una complessità più grande e non riproducibile rispetto ai racconti dei vangeli. Non si tratta di una mera proiezione sulla storia mondiale di ciò che Giovanni ha appreso della vita di Gesù.

La rivelazione descrive nel suo proprio „elemento" un avvenimento in più dimensioni o piani dell’essere. Solo secondariamente si possono trovare delle sequenze temporali nei vari passaggi. E già da questo risulta chiaro che le varie interpretazioni devono essere in parte viste come reminescenze di ciò che è già accaduto ed è per questo che in parte provocano gravi errori.

Da un altro punto di vista altrettanto ammisibile R. Steiner vede i terribili stati futuri della coscienza come in parte anticipabili grazie ad alcuni odierni discepoli dello spirito. R. Steiner, cfr. „Die Apokalypse des Johannes", ciclo di conferenze del 1908.

Seguendo le idee di Otto Hanish, fondatore del „Mazdaznan"- movimento di riforma della vita che si orienta a Zaratustra, Oberdörffer trovò per esempio delle analogie con lo sviluppo fisiologico dei fasci nervosi nell’uomo. „Die Apokalypse", Dt. Mazdaznan Bewegung, Gablonzer Str.7, D-76185 Karlsruhe.

Artur Schult si cimentò invece, in alcuni capitoli, con un’interpretazione di tipo esoterico: „Das Johannesevangelium als Offenbarung des Kosmischen Christus" e „Weltenwerden und Johannesapokalypse". Naturalmente questi sono dei tentativi di avvicinamento al testo che portano a delle conoscenze moderatamente nuove e a cui ci sarebbero da fare numerose obiezioni. 

Ancora un’osservazione a proposito delle antiche profezie: mescolare nell’interpretazione l’apocalisse di Giovanni con le profezie del Vecchio Testamento è di scarso aiuto. Anche se in alcuni passaggi vengono utilizzate immagini affini, bisognerebbe prima di tutto confrontare le affermazioni degli antichi profeti con gli avvenimenti storici dell’epoca precristiana. Risulta infatti evidente che questi profeti parlavano quasi senza eccezione degli avvenimenti imminenti dell’epoca precristiana e del tempo di Cristo: per esempio della cattività babilonese e del ritorno degli Ebrei, delle successive guerre nel paese, di una vittoria degli ebrei ecc.; anche della venuta del Messia o meglio di Cristo (a proposito del Messia cfr. il capitolo sul Vecchio Testamento). Solo in rari passaggi traspariva qualcosa in più che alludeva ai nostri tempi o meglio alla rivelazione di Giovanni (per esempio Isaia 24; 25; 27; 66:15; Daniele 7:9-28).

Nella teologia tradizionale (cristiana) il passo dell’Apocalisse 5:6 è stato interpretato come visione fondamentale: l’agnello che, seppur immolato, sta in piedi davanti al trono di Dio. Dal punto di vista della Chiesa, quest’ultima è stata considerata come il primo luogo in cui si realizza il nuovo. I teologi hanno inoltre visto l’Apocalisse di Giovanni in collegamento con la speranza escatologica in un venturo "regno" di Dio, soprattutto in relazione ai corrispondenti discorsi dagli anni di apprendistato di Gesù. Ciò che Dio ha iniziato con Gesù, ma che è rimasto incompiuto, continuerà a svilupparsi fino al compimento; cfr. Filippesi 1:6. L’inizio di "un nuovo cielo e una nuova terra" (Apocalisse 21) è stato quindi ravvisato già nella crocefissione e resurrezione di Gesù, presupponendone poi uno sviluppo continuo. Tuttavia, l’Apocalisse di Giovanni parla di un rivolgimento che, anche se interpretato simbolicamente, lascia intuire una grandezza mai esistita prima. La contraddizione apparente tra qualcosa di già esistente e una realizzazione successiva si può superare realmente solo ripercorrendo in modo meditativo la coscienza che Gesù dimostra quando dice più volte "Ma viene l'ora - ed è questa…" (Vangelo secondo Giovanni 4 e 5). Significa che qualcosa che già esiste realmente a un livello spirituale si realizzerà successivamente a un livello visibile.

Addizionale: le nostre pagine in tedesco/ in inglese: "La rivelazione di Matteo 24-25".

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Come comportarsi con le profezie.

Qui è il caso di accennare a qualche riflessione di tipo generale su come comportarsi con le profezie, non solo per ciò che riguarda l’apocalisse di Giovanni, ma anche nel caso di „apocalissi", in genere più brevi, che risalgono alla letteratura apocrifa del primo secolo, oppure visioni apocalittiche di preveggenti moderni, che di solito hanno un carattere "misto"; ed ancora nel caso di altre varie previsioni individuali di ogni tipo. I passi originari della rivelazione di Giovanni non dovrebbero essere evitati, così come non si possono tralasciare i diversi stadi di sviluppo di un embrione o di un essere vivente, o i diversi passaggi nello sviluppo di un mistico, ecc… Come questi passaggi debbano avvenire, se si impari di più durante piccole occasioni e si possano così evitare catastrofi esterne, o se sia impossibile evitare catastrofi di grande portata, questo dipende dagli esseri umani stessi. Chi studia gli avvenimenti esterni del mondo, indipendentemente dai profeti, può riconoscere la stessa regolarità sia che si tratti del destino dei singoli uomini, sia che vengano studiate delle relazioni più ampie.

Le particolarità non originarie e quindi non così basilari nelle visioni sul futuro sono programmi spirituali che, a causa di ciò che è successo in precedenza, ad un certo punto sono talmente cresciute che da esse nel futuro seguiranno determinati avvenimenti sempre più definiti secondo il tipo, lo spazio e il tempo. Se però i programmi spirituali originari nei singoli o in gruppi di individui vengono cambiati attraverso degli sforzi umani, allora cambieranno anche gli avvenimenti nel futuro, a seconda di quanto essi fossero necessari alle visioni originarie. Ed è per questo che nel corso del tempo le visioni cambiano. Questo vale soprattutto per le visioni umane, che non hanno la possibilità di osservare le cose da quel livello più ampio e vasto che aveva invece Giovanni; le loro visioni, sotto determinate condizioni, possono essere superate dopo breve tempo. Anche se poi, vista la lentezza umana, il margine d’azione dell’umanità è ridotto.

I chiaroveggenti possono o percepire dei vaghi impulsi, e questi sono in genere poi i più corretti, o riescono a vedere possibilità più chiare sotto forma simbolica, o addirittura avvenimenti fisici esatti, i cui dettagli però, talvolta, dato che sono presenti in grado molto minore, vengono influenzati dal subconscio, senza contare poi le mere proiezioni di esperienze del passato sul futuro o, cosa che spesso succede, le percezioni ingannevoli o interpretate nel modo sbagliato.

Altre contraddizioni in queste „percezioni del futuro" rispecchiano evidentemente scenari futuristici uniti insieme e tra loro contaddittori (*v. anche l’indicazione alla fine del capitolo su „I sette flagelli" nella pagina di Internet). In questo caso si tratta, sul piano psichico dell’umanità, di „possibilità reali, non ancora chiaramente definite", a cui le concezioni di uomini diversi hanno dato il loro contributo. Ogni uomo prende parte in modo cosciente o subcosciente allo sviluppo di questo processo decisionale sul futuro.

Da una parte la terra è un organismo cosciente e libero e nessuno le dirà come Dio intende utilizzare questa parte del suo essere o meglio della sua creazione. Dall’altra però, anche l’uomo da parte sua è libero di decidersi per modelli risolutivi sempre migliori, esattamente come alle sue cellule è data la possibilità di un grande margine di variazioni nel loro comportamento – questo margine non è stabilito in modo centrale dalla coscienza umana, ma può però essere influenzato da pensieri positivi, ecc…

Si può quindi affermare che attraverso pensieri in movimento, preghiera, amore e fiducia in Dio, attraverso le azioni salvifiche e il perdono si può realizzare o è stato realizzato molto di più di quanto vorrebbero far intendere le posizioni fatalistiche.

La percezioni di alcuni mistici, secondo cui al livello più alto, al di fuori del tempo e dello spazio, ogni cosa è già presente e l’opinione secondo cui il livello delle percezioni sulla terra è una lotta per la decisione giusta, ecc… sono entrambe giuste, indipendentemente l’una dall’altra. Porle una contro l’altra, valutandole filosoficamente, non corrisponde al carattere assolutamente diverso dei due piani e conduce di conseguenza a conclusioni sbagliate.

Ispirazioni

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Sul contenuto dell’apocalisse di Giovanni: le sette chiese.

Nel primo capitolo dell’apocalisse Giovanni descrive la prima visione di Cristo dopo l’ascensione. „Io mi voltai" o più chiaramente nel quarto capitolo „Sali qua…" „e subito fui rapito in estasi" non significano che Cristo „discende" verso Giovanni, ma piuttosto che Giovanni temporaneamente può "innalzarsi" coscientemente verso il livello da cui gli si parla. Questo è un aspetto importante e non simbolico. "Io sono il Primo e l’Ultimo, il Vivente", colui che „ha subìto la morte", „...e tiene le chiavi della morte e dell’inferno", il Dio riunito a Cristo gli parla. Nomina così anche il tema generale, variato più volte, che si sviluppa nell’apocalisse come un filo conduttore: il compenetrare degli strati di vita diversi che sono rimasti indietro o che sono diventati „oscuri" – non attraverso una qualunque luce, ma grazie alla „vera luce", secondo la concezione del vangelo secondo Giovanni, attraverso Cristo. Tutto, all’inizio, viene posto "nelle nuvole", nel contesto di una profezia che si ripete di un ritorno di Cristo. 

Cristo si mostra in modo chiaro nella sua qualità di centro „delle sette comunità in Asia", portando luce e capacità decisionale. "Abbigliato con una veste che arrivava fino ai piedi – cioè il suo spirito pervade tutto, anche la volontà che si esprime attraverso i piedi -; "al petto portava una cintura d’oro " – l’amore del cuore è anche legato alla saggezza. "Il suo capo e i capelli erano candidi..." – attraverso questo legame con l’amore la testa è radiosa -; "e i suoi occhi come fiamme di fuoco" – i suoi occhi 'illuminano' il mondo -; "le sue gambe brillavano come minerale d‘oro" – i suoi passi hanno anche un effetto purificante verso l’esterno -; "e la sua voce era come lo scrosciare delle masse d‘acqua " – anche la sua voce risuona insieme allo spirito -. "Nella mano destra teneva sette astri " –egli attrae tutte le forze, tutti i caratteri con la destra, che sta per il futuro, verso di sé, essi lo seguono -; "e dalla sua bocca venne una spada affilata e a doppio taglio " – lui porta la vera facoltà di discernimento e differenziazione. 
Questa visione appare come un’analogia a quella visione di Giovanni battista all’inizio del vangelo secondo Giovanni, con la colomba del vero spirito; le sette comunità corrispondono alla vocazione dei discepoli – per esempio Giov. 1, Matteo 4, 18-22.

Le „sette comunità" – sette chiese, Apocal. 2-3 esistevano realmente. Simboleggiavano problemi culturali diversi, qualità e possibilità che Cristo, senza mezzi termini, fa scrivere agli "angeli" di queste comunità. "Angeli" sembra riferirsi alla scala terrestre di queste comunità, le lettere non sono di tipo puramente soprannaturale. Ma d’altra parte si partiva sicuramente dalla certezza che ognuna di queste chiese venisse effettivamente amministrata da un angelo. Il termine angelo può inoltre indicare che le comunità cristiane nelle sette città erano utilizzate anche come rappresentanti di quelle forze che loro stesse simboleggiavano, e che anche altrove trovano sbocco.

Considerando questo, ci deve essere anche un nocciolo di verità quando le correnti rosacrociane o di tipo teosofico e antroposofico, senza troppe spiegazioni, partono dal presupposto che queste comunità rappresentino delle culture. Queste vengono descritte come susseguenti l’una all’altra. L’attuale capovolgimento della cultura occidentale verso una cultura più dolce che si profila all’orizzonte viene identificata con un passaggio dalla quinta alla sesta comunità o con un passaggio dalla sesta alla settima comunità. Talvolta si tenta anche di istituire un legame con la concezione di un avvento dell’"era dell’acquario", che secondo le correnti astrologiche più diverse e della New-Age dovrebbe incominciare tra circa il 1961 e il 2000 o anche il 2242, e che però secondo R. Steiner raggiunge la sua vera capacità di azione solo nel 3500. In questo caso vengono prese in parte in considerazione delle fluttuazioni temporali che vanno dai 300 ai 400 anni. Anche se alla base di questi cicli vi fosse del vero, non vengono però prese in considerazione parecchie cose.

Il carattere dell’apocalisse non è orientato verso avvenimenti ciclici, come „l’eterno ritorno delle qualità dei dodici segni zodiacali". L’immagine di una spirale che si sviluppa sempre più verso l’alto potrebbe invece essere un’immagine migliore. I "salti dei quanti", basilari nello sviluppo dell’umanità e del mondo, non possono però essere visti nell’apocalisse solo sulla base di un continuo movimento circolare, del processo dell’asse della terra e delle conseguenze spirituali. Se per esempio si osserva la storia ci si accorge che gli sviluppi avvengono sempre più velocemente. Ed in questo caso è possibile" tastare" la presenza di qualcosa di superiore. Se si resta fissati sui cicli, per avvenimenti apocalittici ci si dovrebbe immaginare un ulteriore ciclo più grande. Potrebbero però essere anche quelle influenze di cui parla l’apocalisse.

Se vengono tenute in considerazione le poche ricerche che vengono prese seriamente relative ai cambiamenti cosmici nella protostoria, come i calendari, i ritrovamenti archeologici, le annotazioni scritte, le saghe, secondo H.J. Andersen e altri i meccanismi del cielo e quindi anche i ritmi del tempo non rimangono più costanti. A quanto pare, attraverso degli influssi rivoluzionari, possono venir messi fuori gioco o cambiati. I cicli temporali avrebbero quindi un significato ancora limitato rispetto al significato che avevano nelle prime cinque „comunità" – che nel campo della teosofia vengono individuate con le culture dell’India, della Persia, dell’Egitto e della Caldea, della Grecia e di Roma e dell’odierna cultura occidentale -.

Aggiunta: „Die Aufschließung der Apokalypse" - „La spiegazione dell’apocalisse", dall’opera "Schriftwerk des Erzengels Raphael" – 'Le scritture dell’arcangelo Raffaele'  di Helene Möller - 1884-1969 -, Radona-Verlag, Am Buchstein 14/15, D-61250 Usingen - tedesco/ inglese) si riferisce alle "sette comunità" ai tempi dello sviluppo della Chiesa – indipendentemente dai cicli cosmici:
1.     33 -   333 dopo Cristo: lotte relativa alla giusta osservazione della direzione indicata da Gesù ... .
2.   333 -   633 d.C. Problemi relativi alla fedeltà alla Chiesa originaria... .
3.   633 -   933 d.C.: Illuminazione attraverso le scritture ... .
4.   933 - 1233 d. C.: pericoli dovuti a „vanità, lusso, avidità, sensualità" all’interno della Chiesa.
(Nota: in questo periodo la chiesa fu anche coinvolta in eventi bellici e nell’inquisizione.)
5. 1233 - 1533 d. C. : "Impurità ed egoismo nella Chiesa" seguiti da un massiccio „rinnegamento della Chiesa".
(Nel seguito del libro sopra citato la chiesa cattolica ed evangelica verranno però riconosciute come „le due testimoni" conformemente alla rivelazione di Giovanni 11 (apocalisse) e come partner affini).
6. 1533 - 1833 d.C.: Cristianesimo „superficiale".
(Nota: in questo periodo nacquero anche il razionalismo e la più antica meccanicistica scienza naturale).
7. 1833 - 2000 d. C. : Indifferenza di molti rispetto alle Chiese e a Dio.
(Nel libro sopra citato si parla successivamente del grande cambiamento che accompagnerà l’imminente ritorno di Cristo, così come viene descritto nel resto della rivelazione di Giovanni (apocalisse). Questo viene interpretato come un avvenimento cosmico illuminato da diverse parti. Da una parte prevale il vecchio scenario con le grandi guerre dei „lontani da Dio"; ma ad essa viene già contrapposto che „la preghiera dei popoli a Dio" può cambiare questo scenario e in particolare che i credenti seri si „uniscono" a Dio e alla sua ispirazione, e che così verranno innalzati alla sua vicinanza.
(„Le vie di Cristo" cita spesso libri di altri autori o altre pagine web, ciò non significa che „Le vie di Cristo" condivida tutti i loro contenuti.)

In relazione ai passi della rivelazione che seguiranno, le „comunità" rappresentano in ogni caso un livello che poteva essere ancora raggiunto con le sole forze della coscienza della vita esteriore. 

Le „sette comunità" e le chiese di oggi -
(nelle pagine in lingua tedesca e inglese con altri passaggi dalla rivelazione di Giovanni 1 – 3).

a.) Le prime sette chiese in Asia minore.

Le prime chiese

Cristo parla come:

degno di approvazione

ammonimento

Il traguardo per coloro che riescono a superare sé stessi

ad Efeso

"quello che tien nella destra le sette stelle e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro"

Opere, fatiche, costanza, non sopporta i cattivi, "odi le opere dei Nicolaiti che io pure detesto"****, hai riconosciuto i falsi apostoli, perseveranza, hai saputo soffrire in mio nome senza lasciarti abbattere. 

Ha abbondonato la sua primiera carità; deve pentirsi e tornare ad operare come prima, altrimenti verrà fino ad allora tolto il candelabro dal suo posto.

"...a lui io darò da mangiare dell’albero della vita, che è nel paradiso di Dio."

a Smirne

"il Primo e l’Ultimo che era morto ed è tornato alla vita"

Tribolazione, povertà, - „quantunque tu sia ricco" „le calunnie da parte di coloro che si vantano Giudei e non lo sono, ma son piuttosto una sinagoga di Satana".

"Non ti spaventare per quello che stai per patire! Ecco, il diavolo caccerà in prigione alcuni di voi, per mettervi alla prova, e sarete tribolati per dieci giorni."

"Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. Colui che vincerà, non sarà colpito dalla morte seconda."

a Pergamo

"colui che tiene la spada acuta a due tagli"

"tu rimani fedele al mio Nome e non hai rinnegata la mia fede, nemmeno nei giorni in cui Antipa, mio testimone fedele, fu messo a morte fra voi "

Tra di loro persone che seguono la dottrina di Balaam: culto degli idoli e di Balac e fornicazione (nel tempio); alcuni sono Nicolaiti. "Pèntiti dunque, altrimenti io verrò quanto prima a te e combatterò contro di loro colla spada della mia bocca"

"A colui che vincerà, darò la manna nascosta, e gli darò una pietra bianca; e sulla pietra sciverò un nome nuovo, che nessuno conosce se non colui che lo riceve."

a Tiatira

"Il figlio di Dio, Colui che ha gli occhi come una fiamma di fuoco e i piedi simili a rame incandescente"

Conosco le tue opere, la tua carità, la tua fede, la tua sollecitudine nel ministero, la tua costanza e che le tue ultime opere son più numerose delle prime.

la falsa profetessa Gezabele viene sopportata: sacrifici agli idoli e prostituzione nel tempio. Minaccia: grande tribolazione, morte dei suoi figli; ognuno riceverà secondo le proprie opere. Agli altri: non vi sarà l’imposizione di un altro peso, "solo rimanete fedeli alla fede che avete, finchè io non venga".

"A colui che vincerà,…gli darò autorità sopra gli infedeli (/i popoli), e li tratterà con verga di ferro, condannandoli ad essere spezzati, come si frantumano i vasi di argilla", „…e gli darò la Stella del mattino".

a Sardi

"colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle"

"Conosco le opere tue". Alcune persone che non hanno contaminato la loro stola.

"So che passi per vivo, ma in realtà sei morto. Sii vigilante e consolida le rimanenti cose che sono sul punto di morire";  opere non perfette. Ricordarsi di ciò che si è ricevuto e udito, pentirsi. Altrimenti "io verrò come un ladro…".

"Colui che vincerà sarà vestito così di bianco, ed io non cancellerò mai più il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerò come mio vero seguace dinanzi al Padre mio e dinanzi ai suoi Angeli."

a Filadelfia

"Il Santo, il Verace, Cristo che ha le chiavi di Davide, egli che apre e nessuno chiuderà, che chiude e nessuno aprirà"

Opere; nonostante le poche possibilità la sua parola è stata osservata e il suo nome non è stato negato. " E siccome hai custodita la mia consegna di essere perseverante, anch’io salverò te nell’ora della tribolazione che sta per piombare su tutto il mondo…"

"Ecco, io ti do dei membri della sinagoga di Satana, che si dicono Giudei e non lo sono…"; loro devono „venire a prostrarsi ai tuoi piedi e a riconoscere che io ti ho amato." …" tu conserva quanto hai, affinchè nessuno prenda la tua corona!"

"...lo farò colonna nel Tempio del mio Dio; il nome della Città del mio Dio, cioè della nuova Gerusalemme che discende dal cielo dal mio Dio e il mio nome nuovo."

a Laodicea

"quello che dice Amen, il testimone fedele e verace, il principio con cui Dio operò la creazione"

("conosco le tue opere"; ma qui non c’è nessuna conferma positiva chiara)

"...Ma perchè sei tiepido ***** e né freddo né caldo, io sto per vomitarti dalla mia bocca". „…e non sai di essere meschino, miserabile, povero, cieco e nudo. Io ti consiglio a comprar a me dell’oro affinato nel fuoco…", „e vesti bianche…", „e del collirio…". "Io, quelli che amo, li riprendo e li castigo. Abbi dunque zelo e pèntiti!"

"Se uno sente la mia voce e mi apre, io entrerò da lui e cenerò con lui, e lui con me. Colui che vincerà, lo farò sedere con me sul mio trono, come anch’io che ho vinto, mi sono assiso col Padre mio sul suo trono."

**** Traduzione usuale „odiate" e „odia" (Cristo non odia nessuno!); v. anche la lettera agli Efesini di Paolo 4-6;*****"tiepido" non significa una terza posizione chiara, ma l’assenza di una posizione precisa.
Cristo parla alle diverse chiese, attribuendo loro caratteristiche differenti,. Questo significa che le chiese, anche per quanto riguarda gli aspetti positivi, hanno molte cose diverse da imparare.

 

b.) Chiese esistenti oggi.

Queste sette antiche comunità / chiese esistevano realmente. Nel testo principale di "Le vie di Cristo" viene fatto riferimento anche ad un valore più generale per le culture o gruppi umani più diversi. È però possibile stabilire se sia possibile trovare caratteristiche simili a quelle delle „sette comunità" nelle chiese odierne, nei movimenti di tipo spirituale o nei movimenti cristiani. Per non dare adito ad una schematizzazione e ad una identificazione troppo veloce e superficiale non verranno qui pubblicati tali risultati, ma nel testo seguente verranno descritti brevemente e separatamente i diversi aspetti delle chiese odierne, in modo che che ognuno possa stabilire delle relazioni e fare delle riflessioni personali. Inoltre si vuole ricordare nuovamente che in questa sede non viene giudicata nessuna chiesa – questo potrebbe farlo solo Cristo stesso. Più che altro in questo modo è possibile rendere più chiaro il senso nascosto dell’„unità nella molteplicità" dell’ecumene, facendone intuire il rapporto con lo schema di base universale, come nel caso delle „sette tonalità".

Chiese odierne*/ correnti

Punti di forza

quello che gli interessati devono in un primo tempo saper accettare

Chiese syro- ortodosse & alcuni fedeli dell’antico cristianesimo celtico; chiesa armena; chiese egizio-copte e etiopiche;

chiese ortodosse greche, russe e serbe; 

(& rami scomparsi del cristianesimo di Ario)

"la chiesa di San Tommaso" in India; chiese nepalesi;...

Spesso una fede più profonda, in parte, nei monaci, una tendenza spirituale più forte ecc…, resistenza, perseveranza.
Aspetto più originario. La cripta sotto la chiesa era in parte una reminescenza di antiche tradizioni cristiane – esoteriche. Dottrina della sapienza (Maria-Sofia). …

Nella maggior parte dei casi rito più bello, ma più severo – per esempio 3 ore in piedi – (tranne p.es. nella chiesa di San Tommaso). Poca capacità di adattamento ai diversi tipi di ricerca spirituale moderna, soprattutto da parte dei giovani che hanno, nella maggior parte dei casi, un retroterra ateo – e che quindi si trovano più ai margini della chiesa e hanno un modo di pensare più legato al mondo terreno. In alcune di queste chiese le costrizioni del sistema comunista o preferenze nazionali portarono a limitazioni nel lavoro o alimentarono gli odi verso altre chiese o popolazioni….

Chiese libere, evangelicali, anche pentecostali, i quaccheri

altre comunità che a volte vengono chiamate "sette"** per ragioni quantomeno equivoche: avventisti, le chiese nuovoapostoliche, i mormoni e altre.

Semplicità, non accettano il compromesso per ciò che riguarda il proprio modo di intendere la fede e la morale. Questa relazione con Gesù Cristo, così priva di complicazioni, dona alle persone particolarmente dotate anche un accesso diretto alla sua forza: esperienze di fede intense, come sorprendenti esaudimenti di preghiere, guarigioni attraverso la fede, ecc…; studio intensivo della bibbia senza tralasciare i punti di difficile comprensione;
forte aiuto reciproco dei componenti della comunità – non semplicemente un cristianesimo domenicale o addirittura solo natalizio….

A parte i vari sostegni nella fede, non vi sono qui metodi diretti per la preparazione all’esperienza spirituale o di fede. Spesso quindi vi è anche troppo poco silenzio o metodi che si basano su di esso, come la meditazione cristiana (così come questo manca in molte altre chiese). La severità morale nei rapporti umani, adottata a fin di bene, si basa poi però principalmente su divieti e spesso non è accompagnata da sufficenti spiegazioni, come nel caso delle amicizie, che oggi sono realmente da amministrare. In parte vi è anche una volontà limitata di capire la molteplicità delle esperienze cristiane al di fuori dello spettro qui presentato. Spesso l’opinione che è bastata ad uno viene usata per compiere un’opera missionaria per tutti gli altri. In parte vi è un senso di elezione troppo forte in rapporto alla propria chiesa (in particolare nelle chiese nuovoapostoliche, ecc…). Talvolta, contro la propria definizione individuale, vi è l’annessione forzata in un gruppo politico. …

La maggioranza nelle chiese protestanti/

evangeliche

 

& chiese progressive aperte ecc…

Per esempio il forte riferimento di Lutero alla Bibbia come fonte della fede.
Molti servizi sociali. In parte posizioni aperte, atteggiamento serio rispetto alla fede, anche con scelte politiche proprie, riflessione e rimprovero individuale – anche al di fuori dei "temi morali". Posizione liberale verso il rapporto ecumenico delle chiese tra di loro…

Lo studio teologico storico-critico toglie oggi purtroppo a molti la fede in molte cose e nei seminari sulla predica viene poi insegnato come debba venir però predicato al popolo. Alcuni cercano delle vie per arrivare ad un approfondimento della fede che però spesso non vengono proposte. Superficialità e un adattamento alla società si trovano anche negli eventi e nelle manifestazioni legati alla chiesa. Talvolta la chiesa stessa è stata anche la causa di sviluppi problematici della società del profitto (nel calvinismo.) …

Cattolicesimo di sinistra, teologia femminista, teologia della liberazione nel terzo mondo.

Vicinanza alla vita delle persone, forte impegno cristiano per il sociale ed i diritti dell’uomo, ecc…In relazione a questo anche posizione vigile all’interno della chiesa. Sforzi per trovare anche per la donna un ruolo spirituale adeguato ed umano. Da qualche tempo anche posizione liberale minima verso i sentieri dell’esperienza mistica…

In alcuni fede superficiale. In parte ci si limita a metri di misura di tipo psicologico o sociale (che valgono per tutti, anche per gli umanisti). All’interno della teologia femminista talvolta si trova una fede ispirata ad antichi culti, di cui non sempre viene accertata la compatibilità con il cristianesimo. …

Tradizione della chiesa cattolica

& aspirazioni cattoliche più severe. che riguardano p. es la profezia di Maria e il misticismo

Conservazione di quello che era stato dato alla chiesa per quanto riguarda la fede ed il rito. All’interno della venerazione per Maria ed altre tradizioni si trovano anche elementi che mancano ad altre chiese.
Molte attività caritatevoli ed un attenzione sociale aperta a tutto il mondo. In parte freno al crollo etico generalizzato della società. Perlomeno alcune concezioni per trasmettere ad almeno un piccolo numero di componenti della chiesa dei metodi (esercizi, semplici tipi di mediazione). Presso i mistici – che appaiono spesso in questa chiesa – in parte comprensione dei segreti legati alla crocifissione di Gesù. (p.es. anche il famoso teologo Rahner intuì che la chiesa dovrebbe curare di più i mistici). …

Molto venne affidato ai dogmi e alla capacità di imporsi dei capi della chiesa, anche all’interno della chiesa stessa, invece di basarsi sulla compassione e su una dottrina di compresione dell’uomo odierno indipendente. Moralmente anche qui divieti e leggi. Pochi sforzi per imparare le lingue che le chiese, al giorno d’oggi, devono trovare per poter trasmettere a uomini diversi la fede in modo attuale e vivo. Il freno morale non basta per un reale cambiamento e rinnovamento. Il lavoro cominciato di riflessione sulle antiche prassi dell’inquisizione e della guerra e la complicità con il potere terreno è molto difficile. Una dottrina che insegna che solo la propria chiesa è quella assolutamente valida. Anche i mistici nel migliore dei casi vengono spesso solo sopportati, invece di riconoscere la loro funzione di guida. …

Comunità cristiane e cristologia di Rudolf Steiner; e i rosacrociani cristiani;

comunità particolari come il movimento della nuova apocalisse ****;

altre correnti, tra le altre derivate dalle dottrine del Prof. J. Hurtak.

Tali sentieri verso Cristo sono comuni a quelle concezioni di un cristianesimo di conoscenza che è stato trascurato e perseguitato*** p.es. a causa del vangelo secondo Giovanni – che non è identico allo "gnosticismo" -. (la cui mancanza portò a fattori degni di miglioramento delle chiese attuali).
Diverse sentieri di studio per arrivare a Dio. Nel caso di Hurtak, tra le altre cose, lavoro con il nome biblico "il nome di Dio".

Nall’antroposofia p.es. spesso si tratta di „lavoro secondo la concezion di Cristo", anziché di un’integrazione direttamente nelle preghiere. (La comunità cristiana ispirata da R. Steiner non appartiene direttamente all’antroposofia). (Non in tutti gruppi rosacrociani moderni il riferimento cristiano è visibile immediatamente). I gruppi della nuova rivelazione che si riferiscono agli scritti del mistico Jacob Lorber vi integrano, oltre alla bibbia, soprattutto altre forme di "profezie". Chi volesse crearsi un’opinione sul loro significato e la loro problematica dovrebbe procurarsi dei metri di giudizio adeguati.

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Alcuni circoli che ruotano intorno al cristianesimo e che sono quasi impossibili da definire come p.es. i gruppi vicini alla New Age

In parte sforzi per raggiungere una nuova era rispetto all’incompletezza della società materialistica odierna ed in questo simile alle promesse della rivelazione. Sguardo rivolto più alle proprie qualità ed esperienze invece di incolpare gli altri. Sforzi per un dialogo tra più direzioni di pensiero…

Non sempre differenza chiara tra Cristo ed i vari presunti Cristi, così come „la coscienza di Cristo" di altre direzioni di pensiero.
Visto che gli aspetti comuni con le altre religioni si basano più sugli aspetti etici che sulla fede, le differenze vengono risolte in parte artificialmente.
Il fatto che sulla terra sia necessario distinguere tra forze costruttive e forze distruttive talvolta non viene capito, perchè Dio è al di sopra di ogni cosa. Da questo deriva, in parte, una certa tolleranza di fronte ad apparizioni problematiche ed una carenza nel sopportare eticamente le difficoltà, che invece aveva caratterizzato il cristianesimo organizzato. In questo movimento l’impegno sociale è scarso. …

* Sarebbe anche possibile individuare le affinità delle varie chiese con i singoli apostoli originari. Diversi esseri umani ricevono da chiese diverse quello che li aiuta ad andare avanti. 
** Se Lei si interessa ad uno di questi gruppi e ciò: a.) le permette una Sua libertà personale e contatti con la famiglia e gli amici; b.) non La porta a commettere attività che non sono etiche; c.) non si occupa di portarLe via quello che Le appartiene (a parte l’obolo per la chiesa o le tasse o le offerte fatte volontariamente); d.) si rifà alla bibbia o al nuovo testamento oppure con la stessa intenzione a Gesù Cristo; e.) riconosce di non essere l’unico e solo vero gruppo cristiano; - in questo caso l’uso della parola setta, che ha normalmente un’accezione negativa, non è giustificabile, qualunque siano le interpretazioni teologiche e comunque vengano giudicate le ulteriori tradizioni che, a parte nelle chiese evangeliche libere, si possono trovare ovunque.

*** P.es. Giovanni stesso, Clemente di Alessandria, Origene, i Paulichiani, Gioacchino de Fiore, il maestro Eckehart, Tauler, Seuse, Nicolaus von Kues (Cusano), Jakob Boehme, Angelo Silesio, Paracelso, Novalis, ecc… . Certi circoli hanno sicuramente avuto i loro limiti, come le chiese hanno avuto i loro, ma fanno lo stesso parte del cristianasimo nel suo insieme. I Bogumili e i Catari avevano in parte aspetti comuni, ma sfuggivano al mondo terreno in modo un po’ parziale.
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Vedi anche il capitolo „Come comportarsi con le profezie" – in generale anche su "parole profetiche" e simili – nel testo principale di Le vie di Cristo.net. Non tutti i gruppi di nuove rivelazioni si sentono in concorrenza con la chiesa, e per questo non si sentono neanche costretti a lasciare la chiesa o a convertirsi (p.es. Lorber). Altri gruppi invece sono molto critici rispetto alla chiesa, perchè ancora oggi la percepiscono come la loro più grande persecutrice. 

c.) approcci risolutivi per i conflitti tra le chiese nell’ecumene.

Le possibilità complete del cristianesimo si mostrano solo nel momento in cui si osserva la molteplicità ecumenica delle chiese.  Chi reputa cristiano solo la più piccola parte dei concetti comuni delle famose dottrine delle chiese più grandi, priva l’umanità e le chiese proprio di quelle spinte di cui avrebbero bisogno per andare avanti nel rinnovamento necessario di un cristianesimo ormai appiattito, seguendo il concetto delle antiche chiese. È necessario che i cristiani imparino l’uno dall’altro. Facendo questo non rinunciano però alla loro identità. Provare un sentimento di unione, anche nella molteplicità delle chiese, non significa che si debba aspirare ad un unico cristianesimo. Cristo stesso non ha assolutamente parlato di questo nelle sue lettere alle sette chiese in Asia; lui sapeva infatti che esistono diversi tipi di esseri umani. Anche quella profezia, fatta in altro luogo, per cui arriverà un tempo in cui vi saranno un pastore ed un gregge non significa che questo gregge non possa più contenere aspetti diversi. Il "pastore" più importante alla fine è Cristo. Ed è anche l’unico che sarebbe in grado di portare le chiese ad un’unione diretta in modo giusto. Altrimenti chi verrebbe ascoltato? È possibile però cominciare a fare dei passi in questa direzione. Qui di seguito verranno trattate quelle questioni che oggi dalle guide delle grandi chiese vengono ritenute come i maggior ostacoli in questa discussione. (La maggior parte delle persone nelle chiese non sono interessate a mantenere in piedi degli ostacoli.)

0. Con il concilio vaticano II del 1962 si è avuta una certa apertura nei confronti dell’ecumene: la chiesa cattolica ha riconosciuto che elementi come la parola di Dio, la misericordia vivace, la speranza, l’amore e i doni dello spirito santo – elementi visibili e invisibili – esistono anche al di là della Chiesa cattolica, e che una santificazione e redenzione sono possibili anche altrove. La chiesa cattolica ha continuato però ad essere definita come l’unica chiesa completa.

1. L’ininterrotta "successione apostolica" (successore) attraverso l’imposizione delle mani fin dai primi apostoli e, legato a questo, la consacrazione del vescovo e dei preti, non viene accettata dalla chiesa cattolica protestante. Ed è per questo che le due chiese non si possono considerare completamente sorelle. D’altra parte però alcune chiese protestanti sono nate grazie all’aiuto di alcuni nobili feudali, in parte attraverso la conversione, per cui anche alcuni preti cattolici consacrati devono essersi convertiti. E questi parteciparono poi all’inserimento di altri pastori nelle funzioni della messa. L’uso dell’imposizione delle mani per diversi scopi (guarigioni, benedizioni…) è senz’altro motivato biblicamente. Se questo secondo le concezioni cristiane venne interpretato come una catena ininterrotta che deve proseguire fino ad oggi – cosa che invece la bibbia non impone così chiaramente –, allora esisterebbe la possibilità che la chiesa evangelica reintroduca l’imposizione delle mani – cosa che tra l’altro non susciterebbe un cambiamento troppo drammatico; inoltre troverebbe nelle sue file, o anche al di fuori di essa, qualcuno che rappresenti questa parte della „catena ininterrotta" – cosa che, a seconda delle circostanze, potrebbe già smuovere in modo più determinante l’orgoglio della chiesa evangelica. Esisterebbe però anche la possibilità di riconoscere reciprocamente che la relazione con quello spirito santo di Cristo, che normalmente avviene con l’imposizione delle mani, può venir acquistata anche direttamente. (Addirittura ogni credente potrebbe. Ed inoltre vi sono anche esseri umani che evidentemente sono particolarmente portati per la guarigione cristiana attraverso l’imposizione delle mani pur non avnedo mai ricevuto una consacrazione ecclesiastica, addirittura più portati di alcuni che invece sono stati consacrati). Di conseguenza questo spirito santo potrebbe essere trasmesso da un pastore anche in modo classico attraverso l’imposizione delle mani. Questa variante potrebbe però d’altra parte essere estranea all’orgoglio della chiesa cattolica. (Ma la chiesa evangelica non ha praticato questo metodo; così non verrebbero fatte preferenze. Preso in senso stretto, la chiesa cattolica potrebbe riconoscerla come una possibilità e potrebbe quindi dire in modo limitativo che attraverso metodi normali non sarebbe possibile controllare se in questo modo lo spirito santo agisca con la stessa validità. D’altra parte però la chiesa ha sempre avuto a portata di mano delle persone che in queste circostanze erano in grado di dire se il risultato era vero o no (p.es. uomini come Padre Pio, ecc…). A questo si aggiunge tra l’altro che anche per la consacrazione cattolica attuale potrebbero esserci delle limitazioni. Come ci si comporta con una persona consacrata, il cui deperimento fisico drastico ha probabilmente seppellito il flusso dello spirito santo? Sarebbe ancora in grado di trasmettere lo spirito santo? Anche queste sono domande a cui senza ricerca di rispondere, ma senza uomini come Padre Pio è impossibile rispondere in modo sicuro.

2. La questione del ruolo della funzione di Pietro, e quindi del Papa per le altre chiese, è, per la chiesa cattolica, legata al suo concetto di una chiesa visibilmente unita in modo completo sotto la sua guida. Gesù aveva dato il compito a Pietro di far „pascolare" i suoi „agnelli" e le sue „pecore" (Giovanni 21). Gesù non ha però posto gli altri discepoli e le loro scuole sotto il potere di Pietro, ma i cristiani presenti nel loro insieme: p.es. le antiche „sette chiese in Asia" (v. sopra) vennerò assistite da Giovanni e non da Pietro; molte comunità vennero assistite da Paolo, ecc… La questione, quindi, è capire che cosa potrebbero significare quei "pascoli" per un successore di Pietro nelle condizioni odierne. Dei rappresentanti della chiesa ortodossa segnalano da alcuni anni che sarebbero d’accordo con un "primato d’onore" del Papa senza un potere diretto sulle altre chiese, così come nelle chiese antiche il vescovo romano era generalmente riconosciuto il primo tra uguali. Addirittura alcuni teologi protestanti ci stanno pensando. Il Vaticano allora lo ignorò. Il Papa però, da parte sua, più tardi, propose che le chiese elaborassero un’opinione sul ruolo che, secondo loro, il papato avrebbe dovuto rivestire nella prospettiva di un’unità delle chiese. Delle riflessioni su questo tema non nuocerebbero a nessuno. Se le chiese si riunissero, voterebbero sicuramente insieme anche un capo comune.

3. Le chiese protestanti sentono la mancanza, nella chiesa cattolica, dell’ammissione del conferimento degli ordini alle donne. E d’altra parte anche le chiese ortodosse e alcune parti delle chiese anglicane e protestanti, in alcuni paesi, hanno delle difficoltà a risolvere questa questione. Inoltre anche all’interno della chiesa cattolica vi è un movimento chiamato „Noi siamo la chiesa" che, in nome di tutta la chiesa, tra le altre cose sostiene questa richiesta. Per quanto questa questione rimanga molto importante, non si capisce perchè debba essere risolta in relazione alla questione della via da seguire verso l’unità della chiesa. Questa in realtà è un’esigenza che ogni singola chiesa deve risolvere da sé. Il Vaticano dovrebbe per prima cosa semplicemente non proibire alle chiese evangeliche di continuare a praticare il conferimento degli ordini alle donne, così come hanno fatto finora, anche quando un avvicinamento tra le chiese sarà più prossimo. Chiaramente una prassi che si stacca dalla norma potrebbe rappresentare una sfida positiva per le singole chiese e un impulso alla riflessione. Biblicamente (da Paolo) viene in primo luogo solo accennato ad un ruolo in parte tradizionalmente diverso per gli uomini e per le donne. Il fatto che le donne avessero in generale meno diritti non aveva importanza in un periodo in cui, nella cerchia dei discepoli, si era ancora a conoscenza e si faceva l’esperienza di quanto fosse importante p.es. il ruolo di Maria e poi delle donne addirittura nell’evento della pentecoste. "La donna taccia nella comunità" aveva sicuramente un significato diverso da quello che, più tardi, venne interpretato e non ha niente a che fare con le questioni a cui si è già accennato. Poichè però c’è da dubitare che questo venga capito in modo unanime, rimane l’argomento dell’inopportunità di questa questione come nodo centrale negli sforzi verso l’unità della chiesa allo stato attuale. Chiunque pensi di portare avanti il conferimento degli ordini alla donna mescolando questa questione a quella sull’unità, dovrebbe dimostrarsene lo stesso deluso. Meglio trattare queste questioni come due temi separati. Quando l’unità delle chiese sarà più vicina, diventerà chiaro a che punto si trovino le chiese.

4. La venerazione della Madonna praticata nella Chiesa cattolica e nella chiesa ortodossa non esiste nella stessa forma nella chiesa protestante, ma evidentemente non è questo il punto centrale di discordia sulla via della grande unità. Il secondo concilio vaticano ha ammesso anche che ci possano essere delle differenze nella liturgia relative alla spiritualità dei fedeli, differenze che possono anche essere degli arricchimenti per entrambe. Siamo a conoscenza di tentativi fatti dalle chiese evangeliche negli anni ’50 e ’60 di voler reintrodurre la venerazione della Madonna in forma appropriata.

5. Da una parte è comprensibile che il diritto canonico (CIC), le cui forme antiche hanno dato adito ad ogni tipo di abuso, sia in generale un tema difficile. Il ruolo non chiaramente definito biblicamente del diritto canonico nella chiesa cattolica non dovrebbe però essere una questione che blocchi gli sforzi della chiesa per un’unità più forte, come pensava la chiesa evangelica tedesca. Questo riguarda prima di tutto una sola chiesa. Ogni chiesa può avere un regolamento proprio e così anche un suo proprio diritto canonico, anzi deve possederlo in una qualsiasi misura, finchè esso esista in una qualche unità o sottounità. Il cambiamento di queste norme all’interno della chiesa è lo stesso una responsabilità delle chiese singole, finchè nessuno pretende che le proprie regole vengano assunte da tutti senza esitazione. E anche nel caso che qualcuno volesse discutere a proposito dell’assunzone di certe regole, anche per la chiesa cattolica è chiaro che questo presupporrebbe un nuovo concilio in comune che sia appunto in grado di creare o di dare un sostegno basilare ad un nuovo diritto canonico comune – così come lei stessa nel 1983 aveva adattato il diritto canonico del suo secondo concilio vaticano del 1962 alla nuova teologia del popolo di Dio. È quindi fuori luogo presentare questo tema come un ostacolo all’unità.

6. Un altro elemento di conflitto, la questione della giustificazione dell’ uomo di fronte a Dio attraverso le sue opere o attraverso l’azione di riscatto di Gesù Cristo, può essere considerata sufficientemente chiarita grazie ad una presa di posizione comune, che nel frattempo esiste, della chiesa evangelica e cattolica.

Sarebbe così assolutamente possibile che le chiese, secondo la concezione ecumenica, continuassero ad avvicinarsi invece di continuare a torturare Cristo con le loro divisioni.*) Quello che però già oggi può esistere indipendentemente da questo, è quella „chiesa generale" nello spirito di Gesù Cristo, che è composta da tutti coloro che seguono Gesù Cristo, ognuno a modo suo, e che si sforzano "di fare il volere del Padre" – e non importa in quali chiese essi si trovino. Ed anche se tra di loro ve ne sono alcuni che non appartengono a nessuna chiesa o comunità religiosa o che non sfoggino continuamente il termine cristianesimo. È su questi aspetti che si basa il sito web "Le vie di Cristo". Nonostante questa esperienza, gli sforzi rivolti ad una unità visibile rimangono un compito ancora non portato a termine, non sono quindi una contraddizione. Ciò però deve essere voluto dal di dentro, una „sottoscrizione esteriore" non sarebbe sufficiente.

*) V. "Giovanni battista e il battesimo nel Giordano": Nota a piè di pagina.
E qui le chiese, come quella cattolica, potrebbero farsi ispirare dai messaggi di Cristo relativi a qzesto tema e che vengono affrontati dalla cristiana ortodossa Vassula Ryden, "Das wahre Leben in Gott" Vol. 1. La chiesa cattolica giudica questi scritti come una "rivelazione personale" (ispirazioni), non si oppone più alla loro pubblicazione, li esamina criticamente e si astiene dal dare poi un giudizio definitivo. Spesso il contenuto trascende tali ispirazioni che avrebbero un significato solo per la vita personale di colei che le ha vissute. (Le indicazioni bibliografiche vengono date in questo sito web come informazioni supplettive, le nostre conoscenze sono però indipendenti da esse.)

 

Perché si ha bisogno di una Chiesa o di una comunità?

Da un lato è possibile trovare un legame interiore prettamente individuale con Gesù Cristo e con Dio. Questo rappresenta il nucleo fondamentale. È addirittura possibile che Dio guidi direttamente l’individuo verso gli stimoli esterni necessari, se egli è in grado di percepire questi segni sottili.

C’è però un altro piano di questo legame; esso si manifesta invece nella comunità con gli altri: „Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18,19-20). Prima di tutto si tratta semplicemente del significato letterale delle sue parole. Lo stesso in linea di massima è realizzabile anche a distanza, per esempio se due persone si mettono d’accordo per un determinato momento. Questo tipo di "riunione" è però meno facile da apprendere. Un mistico potrebbe percepire un tale legame addirittura senza previo accordo. Per i più questo rappresenta però un’aspirazione troppo grande. Infatti l’uomo normalmente non è nato eremita.

Questa forma della comunità di preghiera può sfociare per esempio in un circolo di preghiera a casa che si incontra regolarmente. Inoltre essa può essere vissuta in una comunità parrocchiale o in un’altra comunità religiosa idonea. Anche se l’una o l’altra chiesa vorrebbero accentuare eccessivamente il proprio ruolo nei confronti dei fedeli richiamandosi alla tradizione, ciò non cambia il senso della cosa.

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I sette sigilli.

La visione che segue descrive innanzitutto l’adorazione di Dio da parte dei „24 anziani", dei "sette spiriti di fronte al trono di Dio", e dei "quattro esseri viventi" – con la quale vengono espresse diverse qualità primordiali e anche la creazione. Successivamente viene descritto come solo "l’agnello" – con gli attributi di Cristo – potesse aprire il libro chiuso dai sette sigilli – Apocalisse 4 - 8, 1. Questa visione avviene in "cielo" e in questo contesto rappresenta l’ambito divino. I contenuti dei sigilli vengono in primo luogo descritti su di un piano le cui forze sono caratterizzate da simboli: i cavalli di quattro colori diversi o i quattro cavalieri. Dai cambiamenti che avvengono su questo piano, che sono comparibili ad un livello di sogno metaforico, partono solo effetti indiretti anche sugli avvenimenti terreni.

Nonostante il carattere di questi passaggi, rivolto innanzitutto allo sviluppo del piano psichico, all’inizio viene anche detto "Voglio mostrarti cosa dovrà accadere dopo di questo", cioè dopo le sette comunità. Conformemente a ciò, R. Steiner e Arthur Schult tentarono di accennare ad altre sette "culture dei sigilli" sulla terra che dipendono dalla purificazione del relativo piano della coscienza. Il libro pubblicato in Messico "Libro della vita vera" nato facendo riferimento alle ispirazioni di Cristo, pone nei sette sigilli l’intera storia dai tempi di "Caino e Abele" sino al tempo successivo del compimento.   

Allo stesso modo questo testo rende possibile una chiara identificazione con la terra fisica del presente. Se si riflettesse nello stile di alcune chiese libere, allora si potrebbero sospettare tutt’al più deboli reminescenze dei primi quattro sigilli in entrambe le guerre mondiali e nel successivo equilibrio del terrore tra Est e Ovest, così come i fenomeni della fame e delle epidemie, cui potrebbero eventualmente aggiungersi le persecuzioni religiose e le catastrofi di origine cosmica: meteoriti, terremoti, forse anche un improvviso spostamento dell’asse dei poli. A questo proposito v. il capitolo "I sette flagelli".

Già per esempio le scene nel vangelo secondo Giovanni 2 relative alle nozze di Cana e alla cacciata dei mercanti e dei cambiamonete dal tempio da parte di Gesù – v. il nostro capitolo relativo – nel loro carettere combattivo e orientato alla creazione della comunità ricordano questi passaggi.

Se Gesù nel capitolo 5 del vangelo secondo Giovanni profetizzò la divisione tra gli spiriti che hanno fatto il bene e il male, così la narrazione tra il sesto e il settimo sigillo va oltre il "sigillo" spirituale degli eletti delle dodici tribù" e del "trionfo degli eletti in cielo". 

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Le sette trombe.

Anche la visione dell’angelo con le sette trombe ha luogo in cielo - Apocalisse 8, 2 - 11, 19.  Le "preghiere dei santi" che salgono al cielo e "il fuoco dell’altare" scagliato sulla terra, e anche le trombe stesse in quanto strumenti usati all’altezza della testa, rispecchiano un livello più spirituale, così come sarebbe con i sogni caratterizzati da simili simboli. In questo contesto ciò rappresenta il punto di partenza dei cambiamenti che raggiungono in parte anche il regno terreno, dove ogni genere di ombra si solleva in vortice.

Nonostante questo carattere prima di tutto spirituale, non fisico, si è cercato di classificare temporalmente i sigilli per esempio come "culture delle trombe" terrestri. È difficile trovare delle reminescenze anche nella storia contemporanea: non sarebbe da escludere che si possa vedere nella qualità della prima e della seconda tromba la morte delle foreste e i veleni. Per quanto riguarda la terza tromba, si è spesso notato che quella torcia che cadde su un terzo dei fiumi e delle sorgenti ("assenzio") potrebbe riferirsi a Chernobyl. La quarta tromba potrebbe fare riferimento ad una costellazione, così come si presentò per esempio alla metà di agosto del 1987 in un triangolo cosmico di tutti i pianeti. Una parte dei circoli new-age allora meditarono senza appellarsi all’apocalisse, ma facendo riferimento al numero apocalittico dei 144.000 uomini – i "guerrieri dell’arcobaleno" indiani – credendo di trovarsi di fronte all’inizio o ad una tappa sulla via di una nuova epoca. La quinta tromba – fumo dal mondo sotterraneo, locuste di ferro, 5 mesi di sofferenza...– potrebbe dare l’impressione che la guerra del Golfo (1991) sia almeno un’immagine della forza di questa tromba e la sua continuazione nella sesta tromba. La settima tromba conduce al "tempio di Dio", nuovamente accompaganato da lampi, voci e tuoni ecc. Ciò può avere anche un significato interiore, mistico.

Per quanto riguarda la settima tromba alcuni sostengono che in questo stadio "i regni del mondo di nostro signore e di Cristo" sono già presenti; per lo meno a livello spirituale sono state prese delle decisioni che sulla terra non sono ancora state completamente elaborate. La forza delle "trombe" è comparabile a quella della "trasfigurazione" (Matteo 17, e il nostro capitolo relativo) e alle dottrine nel loro contesto, anche per quanto riguarda il discorso della montagna (Matteo 5-7) ecc.

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I "sette tuoni" e i due profeti.

Dopo la sesta tromba "parlarono i sette tuoni", che dissero cose che Giovanni non potè scrivere. Egli poté solo "apporre i sigilli". Poi il "tempio venne misurato in cielo". Due profeti verranno uccisi e resuscitati. Apocalisse 10 – Apocalisse 11, 14. Qui è riscontrabile un’affinità con la resurrezione di Lazzaro descritta nel vangelo. V. il nostro capitolo relativo e Giovanni 11.

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La donna e il drago.

In tutte le fasi della vicenda sono in gioco forze spirituali portanti e le diverse forze a loro contrarie. Nel nostro testo a volte ci soffermiamo più a lungo su una pagina, a volte su un’altra. Il segno del cielo in cui "una donna che sembrava vestita di sole, con una corona di dodici stelle in capo, e la luna sotto i suoi piedi" – Apocalisse 12 – mostra in maniera inconfondibile „Sophia", la madre celeste o meglio dei mondi, mentre l’aspetto di una madre terrestre emerge comunque meno; - v. nel capitolo "L’evento della Pentecoste" in questo lavoro. Si è già fatto riferimento alla sua relazione con Maria. Anche Maria viveva simbolicamente in una grotta, nella quale prima veniva adorata la dea madre Kybele, per portare qui il "nuovo". Suo "figlio" nell’apocalisse – il figlio di un essere celeste va innanzitutto visto come essere celeste – che più tardi dovrà guidare gli uomini con uno "scettro di ferro" e cioè con una continua esortazione al loro sincero nucleo individuale, si riferirà ad uno specifico modo di operare del Cristo cosmico. Ciò può essere tradotto anche con il "bastone di ferro", ed è così non solo un simbolo regio, ma anche un simbolo di iniziazione, e può anche avere a che fare con le "legioni celesti". Ulteriori informazioni si trovano nel capitolo intitolato "Gli ultimi sette flagelli" (le "coppe colme del terribile castigo di Dio").

Qui è riconoscibile una relazione con il carattere della lavanda dei piedi e dell’antecedente unzione di Gesù da parte di Maria di Betania - v. il nostro capitolo "Cristo e la lavanda dei piedi" e il vangelo secondo Giovanni 12,13. Qui viene anche ripreso il tema della rinascita a livelli sempre più alti dello sviluppo.

Il "drago" con i suoi angeli negativi rappresenta l’altra faccia della medaglia. Attraverso "Michele e i suoi angeli" essi verranno sconfitti nel cosmo e gettati sulla terra. Il cielo e la terra li proteggono adesso dalla donna.    

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Il mostro dalle sette teste che sale dal mare.

In questa visione appaiono anche le altre due forze negative, prima di tutto quelle che sono rivolte ai desideri e alla leggerezza – Apocalisse 13, 1-10; cfr. il nostro capitolo "Le tentazioni", Giovanni 13, 1-10 e Matteo 4, 5-11. Le sette teste verranno più tardi interpretate nell’apocalisse stessa come "i sette colli, sui quali la donna (Babilonia) è seduta" e i colli sono anche "sette re". Nell’apocalisse le dieci corna vengono interpretate come i "dieci re" che sono della stessa opinione e danno la loro forza alla bestia.

Anche a causa dei "sette colli" che potrebbero fra l’altro ricordare i sette colli di Roma, ci sono chiese libere cristiane che scorgono nella "prostituta Babilonia" il papato. Ciò però sembra un po’ tirato per i capelli, e nonostante la problematica storica della Chiesa cattolica questa interpretazione non risulta chiaramente compatibile dal restante simbolismo. Nell'Ap. 18:11-23 si parla chiaramente di un legame con il commercio mondiale globale. (Si veda il capitolo "Gli "ultimi sette flagelli" e la caduta di Babilonia..." .) - Le ultime sette piaghe e la fine di Babilonia) L'immagine della bestia, secondo il successivo capitolo Ap.14 potrebbe essere in qualche modo riconducibile alle false immagini (rappresentazioni) di Gesù. Può esservi una correlazione con la dipendenza dagli apparecchi multimediali, che a volte si trasforma in assuefazione o culto.

Le forze alla base tentatrici di questo "animale" possono essere trasformate in particolare attraverso la forza che è stata descritta nel nostro capitolo "La flagellazione", Giovanni 19,1.  

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La bestia che sale dalla terra.

Qui abbiamo una forza negativa che fa riferimento a dei condizionamente materialistici – Apocalisse 13, 11-18; cfr. il nostro capitolo "Le tentazioni" e Matteo 4, 1-4.

La relazione del contrassegno dell’uomo con la fronte e la mano, così come il numero 666 in questo capitolo come premessa del poter comprare e poter essere comprato, si ritrova rispecchiato chiaramente anche nelle vicende del mondo. Lo sviluppo della possibilità della rete dei computer, delle carte di credito e dei bancomat, dei codici a barra con tre doppie barre come limite = 666 in questo tipo di codice, gli strumenti sviluppati in Canada e testati in Malesia per l’identificazione delle persone dalla fronte o dalla mano, la designazione „La bête" = la bestia, l’amimale per la vecchia Centrale di compensazione della CE a Bruxelles, un codice bancario internazionale 666 ecc. mostrano una precisa tendenza, a prescindere da come questi codici siano nati, se in maniera inconscia o consapevole o con intenzioni scherzose. "La bestia che sale dalla terra" biblica è anche identica all’"idolo Mammon".

Un’ulteriore tendenza riguarda i problemi ecologici. Di fronte alla loro gravità e drammaticità crescente vengono affrontati prima con una inutile "cosmesi ecologica" tecnica e poi con una "eco dittatura" ingannevole e tecnocratica, anziché fare entrare in azione dei forti impulsi trasformatori di tipo democratico che trovino anche il sostegno consapevole della popolazione. Possibili meccanismi manipolatori vengono resi accessibili alla loro rottura attraverso un chiaro riconoscimento del loro carattere. Questo processo ha una relazione con la forza che è stata menzionata a proposito della corona di spine, v. il nostro capitolo e Giovanni 2 - 3.

Anche nei capitoli sul drago e su entrambe le bestie le reminiscenze nelle visioni del presente non rappresentano forse tutto il valore intrinseco. Come già accennato in precedenza, le cose non avvengono solo sulla terra fisica. Nella visione successiva dei 144.000 (Apocalisse 14) compaiono di nuovo uno dopo l’altro diversi esseri o angeli, che "raccolgono" due diversi gruppi di uomini sulla terra. Gli alleati della bestia verranno gettati "nel torchio dell’ira di Dio", verranno cioè esposti agli effetti delle leggi naturali. Si tenga però presente che l’apocalisse in verità non conosce nessuna "condanna eterna", ma piuttosto afferma che alla fine tutto condurrà a Dio e in senso superiore tutto è avvolto da Dio. Cfr. l’apocalisse 22 e il capitolo sulla "Nuova terra" in questo scritto.

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Gli „ultimi sette flagelli" e la caduta di Babilonia; il ritorno di Cristo.

Coloro che rimasero fermi di fronte alla bestia e alla sua immagine, compaiono nella visione seguente ad un livello che viene descritto come "mare di cristallo, mescolato con fuoco". Dal "tempio in cielo" arrivano di nuovo sette angeli, con gli "ultimi sette flagelli" che essi versano con le "coppe colme del terribile castigo di Dio" sulla terra, nel "mare", nei fiumi, sul sole, sul "trono del mostro", sul fiume "Eufrate" e "nell’aria" (Apocalisse 15,5 – Apocalisse 21).

Da una parte qui possiamo osservare che è all’opera un livello di coscienza superiore; dall’altra parte essa può provocare anche uno scuotimento di tutti gli elementi della terra e della parte visibile del cosmo circostante: piaghe, veleni, sofferenza, fuoco, oscurità, "spiriti" negativi e una catastrofe mondiale con spostamenti dei continenti, avvallamenti e inondazioni, cadute di meteoriti, e infine una divisione in tre o una distruzione della civiltà materialistica "Babilonia" – Apocalisse 17 - 18,24. Una possibilità o una "finestra del tempo" per un evento di questo tipo si manifestava già con il sesto sigillo.

Qui è anche possibile alla fin fine porre alla base di questi eventi dei periodi di tempo più grandi. Ma i discorsi d’addio di Gesù (p.es. Marco 13) e molte profezie che hanno avuto origine in seguito all’apocalisse di Giovanni, indicano all’unanimità una rottura centrale negli anni intorno al 2000, che darà un nuovo corso alle cose. (V. sopra: Come comportarsi con le profezie). Scoperte scientifiche non ancora pienamente riconosciute nella loro portata dicono la stessa cosa. La riduzione massiccia del campo magnetico terrestre a cui si è aggiunta una serie anomala di terremoti e di attività vulcaniche, il sole che diventa "più chiaro" indipendentemente dai normali cicli dell’attività solare, così come l’andamento al massimo delle attività solari negli anni 2000... mostrano alle persone attente che si sta avvicinando qualcosa di strano.

Se i poli magnetici si dovessero spostare improvvisamente o se addirittura dovesse cadere il campo magnetico e dovesse poi riprendere in direzione opposta così come del resto è successo più volte nel corso della storia terrestre, ciò condurrebbe ad un sovvertimento geologico. Questo darebbe inizio non solo ad una nuova situazione per l’umanità, ma anche ad una nuova era della storia terrestre. Se per esempio le "fasce (magnetiche) di Van Allen" intorno alla terra perdessero in parte la loro probabile funzione protettiva nei confronti delle particelle e della "polvere cosmica", anche le cadute di meteoriti annunciate dai profeti potrebbero diventare realtà.

Scoperte personali fra l’altro fanno supporre che la vasta distruzione temuta da molti autori non deve essere o non deve più essere, né nella forma di una terza guerra atomica mondiale né a causa di un completo disastro ecologico, né nel senso della teoria dello spostamento dell’asse dei poli o della sua svolta di fronte al retroscena cosmico. Molte cose che erano alla base di tali visioni sono cambiate.

Da una parte i processi apocalittici, conformemente alla direzione dettata dallo scopo divino, sono realmente in corso. Dall’altra parte però le manipolazioni di molti processi naturali da parte di un settore dell’umanità rimasto egoista e delle sue "élite", accanto ad alcune influenze umane positive. Quindi alcuni cambiamenti terrestri limitati fino ad arrivare a "nuovi aggiustamenti astronomici" potrebbero risultare indispensabili, accanto ai cambiamenti dell’umanità e della coscienza umana.  

Spesso sono stati pronosticati dei tentativi "anticristiani" dittatoriali da parte di coloro che vogliono conservare il potere, così come l’accorciamento o la fine di questo tempo antico attraverso un sovvertimento caratterizzato da due o addirittura tre giorni di oscurità. Questo cambiamento non può essere semplicemente liquidato come se fosse un’assurdità. 

In questo contesto partendo dalla visione di Maria di Garabandal viene profetizzato un „grande monito", che mostra agli uomini di tutto il mondo, rivolgendosi alla loro interiorità e senza riguardo, ciò che devono (far) superare– cfr. Giovanni 16:8; Apocalisse 14:6-20 -, se vogliono riuscire nel passaggio verso la luce (cfr. Giovanni 16:13). Questo è legato ad una apparizione visibile nel cielo. Entro un anno dovrebbe avvenire un „grande miracolo (guaritore)", e a Garabandal rimarrà un segno. Solo fino a che l’umanità non vi ritorna, avrà luogo lo spesso annunciato grande "tribunale penale („i calici dell’ira", o „i sette flagelli") attraverso il "fuoco dal cielo" (v. anche Matteo 24:28).  (Franz Speckbacher, "Garabandal" - Alemania - pag. 120... In letteratura i commenti più frequenti sulle rivelazioni di Maria da parte del cattolicesimo più severo non dovrebbero provocare equivoci sul fatto che gli annunci profetici siano pensati per l’intera umanità). Dopo di ciò, sarebbe da ripensare tutto nuovamente.
Una possibile preparazione potrebbe essere – accanto alla purificazione della propria vita – il pregare per un’influenza più forte (purificante ed illuminante) dello spirito santo.

Nei nuovi "messaggi" si parla di una "zona zero" secondo la quale coloro che hanno la maturità di immergersi sulla terra in un campo di forza cosmico-spirituale – spesso chiamato con un po’ di imprecisione "anello di fotoni" – possono condurre una vita fisica con le capacità dei "corpi di luce" delle più alte dimensioni (v. il capitolo "La resurrezione" e "Il regno della pace").

Vengono annunciate anche delle azioni di aiuto da parte di Cristo per un certo periodo di tempo, o da parte di uomini preparati dagli angeli, o evacuazioni temporanee o altri aiuti da parte di extra-terrestri positivi. Ognuno, in base alla propria religione o alla propria concezione del mondo e della vita, deve sapere da dove spera che arriverà l’aiuto. Dato che anche nel cosmo ci sono luce ed ombra, di fronte alla probabile complessità degli eventi è bene richiedere soprattutto la guida di Cristo, e applicare la propria capacità di fare delle distinzioni – perché questa rappresenta una via specificamente terrena verso l’unità, in relazione con le nuove forze che vengono dall’alto.

In questo passaggio si tratta, in definitiva, dell'ultima possibilità di decidere, anche da parte di tutti gli uomini nella loro anima, se continuare a partecipare allo sviluppo, sino al "regno della Pace" che Dio ha previsto per la Terra. Alla fine di questo avvenimento in definitiva avrà luogo il ritorno di Cristo (J.O.19, cfr. J.O. 12, Mt 24:30; Atti degli Apostoli. 1:6-8): Cristo non torna semplicemente come uomo terreno, ma come nucleo di un avvenimento più ampio: la vicinanza del "cielo" di Dio (e "Aldilà") alla Terra, esattamente come spirito (e anima) e corpo. Al tempo stesso viene descritto però un ritorno di Cristo come essere reale, cioè non solo il cambiamento nell'umanità prodotto attraverso di lui, come ipotizzano taluni gruppi moderni. Questo avvenimento ha, direttamente o indirettamente, un significato per tutti gli uomini, non solo per i cristiani. Il ritorno di Gesù, in quanto testimone dei suoi presso il tribunale di Dio, viene riconosciuto anche nel Corano. Dalle profezie di altre religioni è possibile evincere che anche i loro profeti torneranno a svolgere un ruolo e ad aiutare i loro seguaci a intraprendere la loro strada.
Una preghiera

Anche per questo passo dell’apocalisse l’idea di punizione non è adatta. Esso appare piuttosto come una parte di un concetto di per sé logico, che è orientato ad una fase evolutiva ulteriore della vita sulla terra. La sfida comunque è vivere tutto ciò come un passaggio comune verso qualcosa di superiore, dove tutto alla fine troverà il posto e il livello giusto per il proprio sviluppo. Chi accoglie in sé con buona volontà le rispettive forze e le mette in pratica, potrà viverne la parte positiva, ma sarà anche in grado di percepire la sofferenza del mondo. Chi invece non permette al nuovo di penetrare in sé, lo vivrà come un urto proveniente dall’esterno. Questo è il vero carattere del "giudizio" e del "giudizio universale" nel senso dell’apocalisse. L’uomo ha una grossa libertà di decisione, ma, così come avviene nella vita, ad un certo momento deve aver preso una decisione, perché anche il non decidere a seconda delle cirocostanze finisce per essere una decisione – i "tiepidi" nel contesto dell’apocalisse non sono particolarmente ben visti (v. "Le sette chiese" con il supplemento relativo). Anche la separazione degli spiriti appartiene al nucleo della vicenda dell’apocalisse sulla via dell’unità finale.

I "sette flagelli" – la settima si conclude con una voce dal cielo che esclamò "È fatto!" – corrispondono alla crocifissione e a ciò che venne detto nel suo contesto: "È compiuto", v. anche Giovanni 19 e il nostro capitolo relativo.

In maniera mistica e attraverso la comprensione è possibile percepire come la terra stia soffrendo e stia chiedendo aiuto, come si stia preparando ad un "parto difficile". La crocifissione o "il sepolcro" come passaggio verso la resurrezione si riferiscono qui a tutta la terra, e vanno al di là degli effetti della resurrezione stessa. Anche qui si può supporre, come già accennato nei passaggi dei vangeli, che il passaggio dalla crocifissione oggi operi come uno stato al di là della vita e della morte verso la resurrezione come unità; cosicché anche visti da lì i passi degli "ultimi flagelli" possono manifestarsi anche senza essere accompagnati da una catastrofe da "fine del mondo".

Poiché la rivelazione non richiama l'attenzione su un film che scorre meccanicamente quanto piuttosto su uno sviluppo a più livelli (si veda il capitolo introduttivo "L'Apocalisse di Giovanni""), può verificarsi che gli accadimenti esterni effettivi siano più avanzati di quanto non paia ad alcuni, che forse si limitano a fissare l'uno o l'altro dettaglio, che non si sarebbe (ancora) verificato. In altri settori sono già presenti elementi delle piaghe, che nell'Apocalisse non erano ancora stati delineati in quest'ampia forma.

Un’osservazione aggiuntiva: anche nei nuovi libri di Wladimir Megre sulla saggia siberiana donna Anastasia ("Bücher über die sibirische weise Frau Anastasia") (della casa editrice Wega-Verlag, Neufelderstr.1, D-67468 Frankeneck) trova espressione la convinzione interiore che gli altri programmi della catastrofe del mondo siano modificabili; e l’obiettivo è ottimizzare tutto con l’aiuto degli uomini e in armonia con Dio. Ma anche questo non significa che le cose possano continuare ad andare avanti come sono andate finora. (La nostra pagina web non è responsabile per le pagine web... di altri e non condivide necessariamente i loro contenuti spesso mutevoli).

Domanda:
Vorrei che Gesù Cristo apparisse di nuovo in modo intellegibile come profetizzato e che cambiasse la vita degli uomini e del mondo?

'Prospettive future' (in inglese/ in tedesco)

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Il (vero) "regno della pace dei mille anni".

Nel passaggio attraverso il tempo dei "sette flagelli" segue la visione cosmica del Cristo che ritorna dal cielo – „chiamato fedele e verace" – con le sue schiere celesti vestite di bianco. Ciò non si riferisce solo agli odierni pseudo-cristi umani. Il "falso profeta" - con idee false o unilaterali su Gesù - verrà fato cadere. „Il regno dei mille anni" – Apocalisse 20, 1-6 che adesso si insedia non è un impero. Vengono bandite proprio la "grande macchina" sociale e le forze esterne negative e le loro manifestazioni.

Qui troviamo anche il tribunale spirituale. Qui si rende necessario correggere una traduzione errata e alquanto diffusa:
Ap. 20:04: "Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni".
Qui la traduzione letterale sarebbe "vivevano" invece di "ripresero vita" (cfr. ad esempio le note a piè di pagina della Bibbia di Elberfelder). Nel caso delle "anime" ciò può significare un ritorno alla vita, mentre per coloro "che non avevano adorato la Bestia" può trattarsi di un continuare a vivere sulla terra. Ciò significa che in nessun modo questi ultimi sono tutti destinati a morire.

Questo stadio è affine alla resurrezione di Cristo (Giovanni 20-21; e il nostro capitolo relativo). Anche nel testo stesso viene chiamato la "prima resurrezione".

Le forze negative non sono però dissolte; bisogna continuare ad occuparsi delle imperfezioni dei singoli uomini, cosa che adesso risulta comunque più semplice.

Dopo „1000 anni" i resti delle forze negative vengono alla luce in maniera concentrata, per poi addirittura dissolversi (Apocalisse 20, 7-10). V. anche il prossimo capitolo.  

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Il "nuovo cielo, la nuova terra e la nuova Gerusalemme".

Dopo il „regno dei Mille anni" arriva il giudizio universale anche sopra i morti: "E poi furono aperti i libri" – la base è rappresentata da ciò che stava scritto nei libri, dalle documentazioni soprannaturali di tutto ciò che è successo nella vita, - e infine fu aperto „un altro libro...che è quello della vita", l’aspetto determinante, la valutazione della vita o meglio il suo stadio di sviluppo.
Solo dopo che il fuoco consumante si sarà abbattuto sul nuovo esercito indotto in tentazione e il „diavolo sarà gettato nello stagno di fuoco e di zolfo" il cielo nuovo e la terra nuova si avvicineranno
- Apocalisse. 19, 19 - Apocalisse. 20, 3 adesso in Apocalisse 20:11-15, Apocalisse 21-22 . Che lassi di tempo sono previsti per il compimento di tutto ciò rimane una questiona aperta.

Il motto di Cristo è „Vedi, ora faccio nuova ogni cosa" – senza eccezioni – Apocalisse 21, 5 – Anche questa "nuova creazione" presenta comunque similitudini con ciò che è già stato spiegato in generale e nel dettaglio a proposito dei valori eterni. Quindi l’azione odierna rimane importante anche per coloro che oggi si aspettano il manifestarsi imminente di vicende apocalittiche.

Nel nuovo cielo – nominato nel testo prima della terra e della nuova Gerusalemme – si accenna ad una sorta di ascensione cosmica (cfr. l’ascensione dei vangeli, Luca 24, Marco 16, e il nostro capitolo relativo). Se finora il punto chiave della descrizione era la terra, adesso è il significato che la vicenda ha per il "cielo" visibile e invisibile ad essere in primo piano. Qui non ci si riferisce al cielo eterno di Dio al di là dello spazio e del tempo - questo rimane invariato – ma a mondi creati. Potrebbe risultare che il piccolo pianeta Terra anche in scala cosmica non solo è un "paese in via di sviluppo", ma che nella soluzione della sua problematica ha un compito altamente specifico e importante per gli altri. Secondo Lorber e anche secondo altri, la problematica, a causa della grande libertà e delle grandi realizzazioni umane nel campo materiale, non si troverebbe affatto in tutti i mondi "abitati"; e questo vale anche per le forze negative, che secondo le visioni di Giovanni sono state "gettate sulla terra"; e ora nel suo "lago di fuoco". Così come Gesù aveva un effetto sull’umanità, allo stesso modo un passaggio corrispondente dell’intera umanità o della terra con Cristo ha sicuramente un nuovo e più ampio effetto.

La allora rinnovata "nuova terra" e l’evento ad essa legato della discesa della "nuova Gerusalemme celeste" su questa terra è comparabile con l’evento pentecostale (Atti degli apostoli), anche questo però in scala cosmica. Questa non è la Gerusalemme geografica. La terra è in relazione di scambio con il cosmo circostante a diversi livelli.

„No ci sarà più ne lutto né pianto né dolore e niente verrà più bandito – altre traduzioni: ne oscurità ecc. - , ...nella città ci saranno il trono di Dio e dell’Agnello" (Apocalisse 22:3). Secondo la logica ciò significa che qui si è liberi anche dalle forze negative e portatrici di morte, la spaccatura della terra ha fine. Il mondo appare per la prima volta come un tutto consapevole, uno stato immaginabile in visioni 'vicine a Dio', ma indescrivibile. Una debole visione di questa condizione sarebbe quando da un qualsiasi punto della vita interiore potessero venire sollecitati tutti gli altri punti, un’esperienza che può manifestarsi durante il percorso; "tutto in tutto". In Dio risiede l’unità di tutto ciò che già esiste.

Il modello divino della creazione (l’Alfa) e la nuova creazione con tutti gli esseri che sono legati completamente a Dio in maniera consapevole (l’Omega) sarebbero congruenti, ma ciononostante l’alfa e l’omega continuano ad esistere. La "fine" è quindi più che l’inizio, anche se l’inizio porta già tutto dentro di sé. Questa direzione degli eventi è già riconoscibile come continua tendenza del diventare congruente in piccole parti dell’uomo.

Venga fatto notare qui che p.es. nella visione di R. Steiners l’evento della "nuova terra" si riferisce ad una delle tre "incarnazioni terrestri" che si susseguono ad intervalli di tempo considerevoli. Senza voler prendere posizione, si tenga però presente che il carattere della "nuova terra", come già descritto, parte da un altro processo ancora, quando – comparativamente – un ritmo di incarnazione, come per es. nella cosmologia induista, veniva calcolato anche per i pianeti e per l’intero cosmo. Una volta preso sul serio, esso va al di là dei modi di diventare sinora conosciuti o supposti, in "ottave" o "spirali" sempre più alte.

Anche di fronte alle esperienze oggi possibili, l’opinione di alcuni teologi che considerano l’apocalisse solo come un’allegoria ammonitrice priva di carattere reale, perde di significato.

Le allegorie di Gesù nei vangeli venivano prese dalla vita degli uomini per illustrare dei punti i vista. Più tardi, ancora durante la sua vita terrena, Gesù sottolineò di fronte ai discepoli il fatto che lui non parlava più con loro per allegorie, ma apertamente. L’apocalisse non ha origine nella vita umana; in tutte le sue parti dove vengono date delle spiegazioni si tratta di "analogie" dirette; cioè al livello di coscienza in questione ciò che viene visto è realmente "a disposizione" come nelle odierne ricerche spirituali, p.es. quelle di R. Steiner. Anche l’apocalisse però ammonisce; per esempio esorta a passare da una "teo-logia" ad una "teo-prassi"; per vedere cosa c’è nell’aria e "fare apparire anche Dio nei rispettivi presenti". Dio agisce anche attraverso gli uomini - il che tuttavia non ha niente a che vedere con le arbitrarie azioni degli uomini: l'uomo non deve giocare a fare Dio né l'Apocalisse. Lo sviluppo dell'uomo, invece, può sempre affiancarsi con il piano di Dio nelle sue linee generali - Il programma della creazione.

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Capitolo conclusivo: la cristianità.

Cercare la vera cristianità in Gesù Cristo stesso, cercare quindi in maniera autonoma nella propria interiorità il legame con il Cristo contemporaneo - "Cercate e troverete" –. Prendere sul serio il dialogo con lui e trasformare gli impulsi da esso derivanti, può risultare la via diretta per capirlo. Che questi articoli possano incoraggiare le persone interessate a farlo.

Un’altra strada che è comunque compatibile con la cosiddetta via "più diretta" è tastare quelle qualità specifiche presentate da Dio e farle entrare nella propria vita a poco a poco. Possano i passaggi in grassetto di questo articoli aiutare in tale percorso.

Questi diversi segni caratteristici che potrebbero anche venire ampliati, hanno in comune che Cristo è chiaramente al di là delle dicotomie di questo mondo. Lui non mischia semplicemente le due parti, gli atteggiamenti da lui raccomandati sono sempre una "terza via", che è in grado di comprendere in sé la parte fertile di tutte le parti, con la trasformazione di tutto ciò che è indurito. V. anche la tavola conclusiva.

Dai segni caratteristici osservati singolarmente scaturirebbero anche altre conseguenze per le discussioni della società contemporanea sui vecchi e suoi nuovi movimenti. Molti di questi gruppi nominano almeno un punto e sotto un certo aspetto una necessità che altri gruppi che sono per esempio imprigionati nelle vecchie contrapposizioni di destra-sinistra non considerano. Le discussioni tra il nuovo e il vecchio – per lo meno in un prossimo futuro – non scompariranno; ma al posto di posizioni rigide con contrapposizioni apparenti ci potrebbe essere possibilità di dialogo; e le linee di conflitto potrebbero andare al loro posto; per esempio, una persona può servire Dio o idolatrare il denaro. Nello stesso modo le persone adatte le une alle altre e che insieme potrebbero dare inizio a nuovi progetti che non finiscono nell’unilateralità di vedute, avrebbero meno difficoltà a trovarsi –. Le cose non adatte si raggrupperebbero in forme nuove.

Anche tutte le ulteriori riflessioni contenute in questo articolo, oltre il mero studio, possono acquisire un carattere pratico a seconda dell’intensità e dello sviluppo individuale, anche se alcuni punti di vista sono sparsi e non si ripetono in ogni capitolo.

Questo tipo di ricerca porta oltre l’abitudine di molte correnti teologiche e non, di "usare" Gesù unilateralmente a sostegno dei propri punti di vista, anche se con buone intenzioni. Esse spesso accentuavano quei passaggi che confermavano la loro rispettiva visione, e trascuravano gli altri o li reinterpretavano oppure li ignoravano. Già gli autori dei vangeli nei primi secoli riconobbero almeno in parte che la versatilità di Gesù era meglio rappresentabile facendo ricorso a più fonti. Non erano così stupidi da non capire le differenze delle diverse opinioni in esse contenute. Al contrario, alcuni teologici moderni consideravano una grande scoperta il fatto di poter rendere accessibili diverse fonti con diversi punti di vista dei vangeli tramandati. Per esempio la cosiddetta "fonte Q", direttamente legata alla domanda avventata e alla decisione su chi tra gli autori avesse "ragione". È riconoscibile che a loro modo quasi tutti avevano ragione, togliendo le rispettive parzialità. Ciò potrebbe fornire all’"Ecumene" nuovi impulsi.

Gli uomini che fanno riferimento ad un altro retroterra religioso o ad un’altra visione del mondo, ma che non sono positivamente interessati ad un’approccio clericale indurito o ad un approccio cristiano appiattito, o che riconoscono in esso qualcosa di sensato, possono sicuramente imparare qualcosa di nuovo; così come l’autore di questo capitolo ha imparato a conoscere e ad apprezzare le correnti più diverse. Oggi comunque alcuni sostenitori di altre religioni riconoscono quegli aspetti di Gesù Cristo difficilmente spiegabili materialmente più di quanto invece non lo facciano molti teologi cristiani storico-critici. Questo fatto dovrebbe far riflettere.

Inoltre Cristo non può comunque venire monopolizzato dalle comunità religiose del "cristianesimo". Il suo approccio può dare agli uomini la forza dell’unità nella molteplicità: amore, e una profonda volontà di capire, una forza armonizzante. Questa non livella però tutte le differenze, lascia piuttosto le cose compatibili le une vicine alle altre amorevolmente e lascia che le cose veramente inconciliabili diventino visibili. Questa forza di Cristo che spinge alla convergenza e alla vicinanza correnti diverse è stata spesso rifiutata da parte dei cristiani nel mondo. Anche nell’interesse della salvezza della terra è arrivato per i cristiani il momento di una nuova e fondamentale conoscenza dei propri compiti – a condizione che si considerino veramente cristiani. 

 

Tavola: un atteggiamento cristiano - "Nel mondo, ma non "fuori dal mondo*", una "terza via".

Tabella: Archetipi, dalla preistoria a Gesù ed al futuro: inglese  /  tedesco.

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Parte seguente: Capitoli su diversi temi.   /   prima parte sui passi dei vangeli.   /   Parte 4: il Vecchio Testamento, contributi al dialogo con le altre religioni.

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Le citazioni dalla Bibbia usate e le annotazioni – rivisitate sulla base di varie traduzioni – sono integrazioni dei relativi capitoli del testo principale

Tali passaggi caratteristici non sostituiscono completamente lo studio di accompagnamento o la meditazione di interi capitoli del vangelo o parti della rivelazione. In questo caso è consigliabile consultare la Bibbia o il Nuovo Testamento.